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Dorina Frati

I casi della vita… Quando a sei anni, cresciuta con il mito del dottor Kildare, il mio sogno era diventare il cardiochirurgo infantile, non avrei immaginato di dovermi in seguito raccontare come musicista. Ricordo però che da bambina mi divertivo a leggere il libretto della Turandot. “Popolo di Pechino!.. La legge e questa… e il mio film preferito era “L’altra faccia dell’amore” di Ken Russel, sulla vita di Tschaikovsky. Forse erano questi gli unici, semplici indizi che potevano far pensare ad un futuro artistico. Nessuna spiccata propensione o dote di famiglia: frequentavo normalmente il liceo scientifico E praticavo a livello agonistico il pattinaggio artistico. Dunque, ho incontrato la musica per caso; per caso mi sono avvicinata allo studio del mandolino; per caso ho iniziato a suonare nell’allora benemerita orchestra a plettro bresciana “Costantino Quaranta”.

 

Per Dorina Frati, oggi primo mandolino dell’ Orchestra del Teatro alla Scala, considerata fra i più grandi virtuosi del panorama mandolinistico internazionale, l’incontro ‘fatale’ con l’arte della musica è fissato nel 1977: viene ammessa al conservatorio “C. Pollini” di Padova sotto la guida del Maestro Giuseppe Anedda, che pur avendo la classe completa, accetta di averla come allieva. Un caso o il segno del destino? Di fatto, le doti musicali di Dorina, fino allora rimaste nascoste, esplodono. Sceglie uno strumento di antiche tradizioni, delicato, particolare: il mandolino. Vive nel pentagramma e negli spartiti, divora il corso fino al diploma, prima in Italia. Contemporaneamente inizia ad insegnare presso il “Centro Musicale Mauro e Claudio Terroni”, un’ associazione bresciana senza fine di lucro, costituita nei primi anni ’80 in memoria di due giovani amici e compagni di corso periti tragicamente in un incidente stradale, con l’obiettivo di diffondere tra i ragazzi del territorio (ma anche tra gli adulti) la cultura musicale. Qui, Dorina, fonderà successivamente una Orchestra tutto sua, ovviamente a plettro.

Viene notata dal maestro Claudio Scimone, direttore de “I Solisti Veneti” che la chiama a partecipare alla tournée del complesso in Argentina, dove debutta al celebrato ed imponente Teatro Colon di Buenos Aires.

Inizia così un lungo sodalizio con l’orchestra veneta che porta Dorina a calcare palcoscenici prestigiosi di tutto il mondo in un crescendo di successi: dalla Avery Fisher Hall di New York alla Bunka Kaikan di Tokyo; dalla Festspielhaus di Salisburgo alla Musikverein di Vienna, alla sala Nervi in Vaticano. Poi, nel 1987, un ulteriore “incontro” molto importante nel percorso artistico di Dorina, quello con il Teatro alla Scala e il Maestro Riccardo Muti. Debutta nel “Don Giovanni” di W.A. Mozart, allestito mirabilmente dallo stesso Muti e da Giorgio Strehler per l’inaugurazione dell’ annuale stagione scaligera. Una collaborazione intensa che si protrae stabilmente nel tempo che porta Dorina ad emergere sino a diventare primo mandolino dell’ Orchestra del celebre Teatro e della Filarmonica della Scala. Un incarico che ricopre tutt’ oggi.

Con la “Scala” – ricorda con una punta di orgoglio – ho fatto, poi, collaborare anche allievi del centro musicale “M. e C. Terroni” in allestimenti di opere come “Otello” di G. Verdi e di balletti come “Romeo e Giulietta” di S. Prokofiev sotto la direzione del compianto Maestro Mstisval Rostropovich. Un crescendo continuo sempre più di spicco che la vede impegnata – diretta da maestri di fama mondiale come Kleiber, Giulini, Muti, Moazel, Sinopoli, Mehta, Gatti, Chailly – in tournee e festival in molti Paesi con formazioni cameristiche e le più prestigiose orchestre sinfoniche internazionali e italiane, compresa l’Accademia di Santa Cecilia e l’ Orchestra Nazionale della RAI. Moltissime le sue prime esecuzioni assolute, tra le altre, il Concerto per mandolino, chitarra e Orchestra da Camera “Fiori di Novembre” di A. Gilardino e il brano per tre Attori recitanti e Orchestra a Plettro “L’isola dell’amore”, a lei stessa dedicata dal compositore svizzero F. Hoch. E, poi, un grande onore: su invito di Riccardo Muti, è ospite dei Wiener Philarmoniker e della Bayerischer Rundfunk Simphonieorchester di Monaco con la quale, diretta dal Maestro Lorin Maazel, incide il brano “Das lied von der erde” di Gustav Mahler. È spesso ospite anche di trasmissioni radiofoniche e televisive. Incide per molte case discografiche – Sony, Emi, Decca, Erato, Stradivarius, Tactus, Agorà, Ducale, Dynamic – tutti classici per Mandolino, dai concerti di A. Vivaldi G. Giuliano all’ Opera Omnia di J. N. Hummel; dai concerti barocchi Napoletani alle Sonate di G. G. Boni e le ‘raccolte’ di D. Scarlatti.

Ma all’intensa attività concertistica Dorina non ha mai smesso di affiancare con piacere quella dell’insegnamento, specie quella presso il Centro Musicale del Villaggio Sereno di Brescia, dove fin dal 1981 aveva dato vita ad una sua orchestra – l’orchestra a plettro “M. e C. Terroni” – che dirige a tutt’oggi e con la quale nel corso della sua carriera artistica ha partecipato a festival e concorsi in tutto il mondo raccogliendo importanti riconoscimenti in Europa e in Giappone.

“Un’ esperienza didattica e, sopratutto umana – ricorda – utile per acquisire competenza ed avere una costante verifica. Mi è servita molto, in particolare, quando, nel 1997, ho avuto la nomina al Conservatorio ’S. Pietro a Majella’ di Napoli cattedra ambitissima, affidata ad una donna e per giunta bresciana”. Infine, in questi ultimi periodi, si è dedicata per la Dynamic, alla riscoperta di un interessate ed inedito repertorio per mandolino. Insomma, meno male che da piccola non sembrava portata per la musica!… E forse, come Dorina stessa confessa alla fine del l’auto racconto, in quel suo immaginario di bambina ‘normale’ non c’era solo il dottor Kilder e la cardiochirurgia… I casi della vita – ammette – forse non vengono per caso… Mi viene in mente che da piccola ascoltavo anche i concerti per mandolino di A. Vivaldi e scimiottavo l’ esecuzione… Ebbene, in seguito, quei brani li ho ‘reincisi’ con i Solisti Veneti; da adolescente ho fatto da assistente a corsi di perfezionamento del mio insegnante Maestro Giuseppe Anedda: ebbene, oggi il nipote del mio insegnante fa da assistente ai miei master class; nel lontano 1978 quando entrai nell’orchestra “Costantino Quaranta” mi dissero: L’ anno prossimo andiamo in Giappone!”…Promessa mai mantenuta, ma quest’ anno sono riuscita a portare in tournée nel paese del sol levante la mia orchestra “M. e M. Terroni”, e da novembre inizierò ad insegnare al conservatorio C. Ppollini di Padova, Istituzione che mi ha visto diplomata come allieva e che ora mi ritrova come docente! Dulcis in fundo, mio figlio Sebastiano, dopo vari percorsi musicali, ha deciso di iniziare lo studio del mandolino.

Inizialmente parlavo dei casi della vita, ma oggi posso dire che, indubbiamente, nella mia vita artistica ci sono stati, più che dei casi, dei corsi e dei ricorsi…”.

Dal libro ” Le Protagoniste” di Carlo Enrico Bazzani.

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